Jimi da Jimi Hendrix. Amo disegnare, mi piace molto l’arte, sperimentare e trascorrere il tempo a provare ad aggiustare oggetti meccanici in disuso. Quando sai spiegare il perché, allora tutto diventa più semplice.

Da quanto tempo lavori in Guerrini e di cosa ti occupi?
Ormai sono otto anni che lavoro qui. Questo è stato il mio primo lavoro, e vi sono arrivato grazie ad una segnalazione fattami da alcuni familiari che già conoscevano l’azienda.
Mi occupo delle materie prime in arrivo e del prodotto in uscita, preparo le consegne e controllo che tutto sia come da ordine. Sono un link tra l’ufficio acquisti, la produzione e la logistica. È un lavoro che richiede concentrazione e saper valutare per tempo la resa dei vari materiali.

Porti il turbante…
Sì, porto il turbante che mi serve a raccogliere e proteggere i miei capelli, che non ho mai tagliato dalla nascita. Sono nato in India, nel Punjab e sono di religione Sikh. Quando ero più piccolo, c’è stato un momento in cui ho pensato di tagliare i capelli, per aiutare mia madre, perché non è semplice mantenere dei capelli tanto lunghi…richiede tempo. Poi però ho deciso di continuare a farli crescere. Per scelta: nella mia religione non c’è alcun obbligo. Quando sono arrivato in Italia da bambino, ormai più di 18 anni fa, capitava che mi prendessero in giro per le mie acconciature e ci restavo male. Poi crescendo ho imparato a spiegare il perché e allora tutto diventa più semplice.

Ma il tuo nome è Jimi?
No, Jimi è un soprannome che mi hanno dato i miei compagni di scuola perché trovavano somiglianze con Jimi Hendrix. Mi è piaciuto e da allora mi faccio chiamare semplicemente Jimi…anche per facilitare la vita a tutti: il mio nome di nascita non è semplice da pronunciare per gli italiani. È un nome che non ha un significato, lo ha semplicemente sognato mio nonno, la notte prima che nascessi.

Cosa ti piace fare?
Amo disegnare, mi piace molto l’arte, mi piace sperimentare e trascorrere il tempo a provare ad aggiustare oggetti meccanici in disuso. Mi rilassa e il rischio è poco: in fondo se non dovesse andar bene, non perderei nulla.

Come ti vedi in futuro?
Io mi vedo qui, in Guerrini. Chiaramente vorrei crescere, imparare tante cose nuove e col tempo assumere anche maggiore responsabilità. È un’azienda che vedo crescere da 8 anni e so che potrà crescere ancora molto.